Recensione di “Quando il gioco si fa duro” di Nadia Toffa, Rizzoli, 2014

Questo libro è il risultato di una inchiesta giornalistica condotta da Nadia Toffa sul gioco d’azzardo (il cosiddetto “gioco lecito”) nel nostro paese, che a partire dalla metà degli anni novanta ha subito una brusca impennata rispetto al passato e ha portato alla nascita e alla diffusione a macchia d’olio del fenomeno della ludopatia.
Partendo da dati normativi e statistici accurati, nonché da studi psicologici mirati, Nadia Toffa accompagna il lettore, con rigore giornalistico ma con uno stile fresco e accattivante, nell’incredibile e torbido mondo del gioco d’azzardo e delle sue catastrofiche conseguenze economiche, sociali e psichiatriche. A capitoli descrittivi dei vari aspetti del gioco d’azzardo e della filiera di soggetti pubblici e privati che lo gestiscono, Nadia alterna storie vere di persone per le quali il gioco è diventata una vera e propria malattia che ha devastato la loro mente, facendo perdere loro familiari, amici, lavoro: praticamente tutto.
Così, mentre scopriamo che il 25% dei soldi spesi nel mondo per giocare on line viene dall’Italia e che il nostro è il quarto paese nel mondo (il primo in Europa) per volume del gioco d’azzardo, e impariamo che ci sono sei tipologie di giocatori (ognuno di noi appartiene a una di esse), conosciamo le storie del quarantenne che arriva a isolarsi in garage per giocare online facendo perdere le sue tracce e gettando i familiari nella disperazione, della ragazza di buona famiglia che si prostituisce per trovare i soldi per giocare, dell’onesto lavoratore che si mette a rapinare banche, dell’adolescente che si barrica in casa per partecipare ai giochi di ruolo on line, completamente assorbita dalla sua “vita” virtuale tanto da aver rinunciato del tutto a quella reale.
Pur non trattandosi di un romanzo, i personaggi delle storie presentate sono magistralmente tratteggiati: in poche pagine l’autrice riesce a far emergere i loro sentimenti, loro psicologia distorta, la disperazione, la sofferenza dei loro familiari.
Notevole il capitolo che tratta del ruolo rilevante assunto dalla criminalità organizzata in questo campo: intervistando un “pentito” della ‘Ndrangheta, Nadia scopre che per queste organizzazioni il gioco d’azzardo, anche quello legale, è una vera e propria miniera d’oro, non solo per il denaro che ricavano anche attraverso l’usura, ma soprattutto per il potere che acquistano sull’esercito di disperati (i ludopatici) disposti a tutto pur di vedersi azzerare i debiti contratti e di avere ulteriori soldi per giocare, persone che diventano veri e propri schiavi nelle mani della malavita.
Interessante anche la carrellata sul gioco d’azzardo nel mondo, che mostra come molti governi restano incastrati tra il miraggio di entrate faraoniche promesse dalla diffusione del gioco e i rischi elevatissimi a livello sociale che questo comporta.
Dopo aver parlato di come la politica (a livello nazionale, regionale e comunale) ha affrontato il problema del gioco d’azzardo patologico e aver descritto il ruolo –non sempre svolto correttamente- di concessionari e gestori, il libro si chiude con 2 utilissimi decaloghi (10 cose da fare e 10 cose da non fare) stilati a uso e consumo di chi si rende conto che un proprio familiare/partner è affetto da ludopatia.
Nel complesso, quindi, un libro davvero da leggere, che mostra come non ci sia nulla di male a comprare ogni tanto un gratta e vinci o a puntare pochi euro su una scommessa, purchè questo resti solo un passatempo occasionale e non diventi lo scopo della vita, perché chi costruisce fantomatiche strategie di gioco tentando “di cavare la logica dal caso” è come se volesse “cavare sangue dalle pietre”.
Trama: —–
Stile narrativo: 9/10
Linguaggio: 8/10
Originalità: 7,5/10
Personaggi: 8/10
Dialoghi: —
Ritmo narrativo: 8/10
Descrizioni: 7,5/10
Atmosfera: —
Capacità di tenere il lettore incollato alla pagina: 8/10
Recensione di “Quando il gioco si fa duro” di Nadia Toffa, Rizzoli, 2014ultima modifica: 2020-02-19T19:28:09+01:00da serenabag1976
Reposta per primo quest’articolo